NARRAZIONI

Dopo innumerevoli sollecitazioni mi vedo costretto a pubblicare un post riparatore. Ringrazio Gea, l'esperta in censura.


LA GLENDA E I 7 6 COSI

Abitavano tutti in una piccola casetta. La casetta si trovava fuori città in un quartiere per operai, ma nonostante questo era molto dignitosa e rispettosa delle norme antisismiche. Operai di ogni etnia e religione esistente. “Tutti”, attualmente, consisteva in: La Glenda e 7 6 cosi. Coso, Cosone, Cosetto, Cosaccio, Cosino, Cosettino e l’ultimo arrivato Koso. Koso era un coso alla pari rumeno. Aveva preso il posto di Cosu, il sardo, che era andato in Romania a imparare la lingua locale e il lavoro di stupratore. Stavano stretti, è vero. Ma bisogna dire che se la spassavano alla grande.

La Glenda era una disegnatrice. Era la migliore sulla piazza e la più richiesta. Specializzata nel disegnare le bande nere che coprivano le oscenità nei giornali soft porno comunisti (e quindi aveva molto lavoro). Per il resto divideva il suo tempo tra la casetta e la chiesa dove si divertiva a vomitare nei confessionali e a squirtare sulle ostie. Un modo per consacrarle diceva lei.Non mancava però mai di andare alla messa di natale.

Per quanto riguarda i cosi, tre tutti lavoravano in un fast food, tre in un videonoleggio e uno era disoccupato. Inoltre tre erano seriamente fidanzati, tre avevano una ragazza e uno era single. Ma non lo stesso che era disoccupato.

La Glenda li adorava tutti, chi più chi meno. E loro adoravano lei, chi più chi meno. Anche tra di loro, i cosi, andavano d’accordo. Tranne rare eccezioni. Una di queste fu causata da un’iniziativa di Koso. I rumeni, come tutti i popoli arretrati, sono molto religiosi. KCoso aveva letto sul giornale una giusta dichiarazione del papa in relazione agli omosessuali e voleva ergersi a paladino della fede. Convinse, quindi, gli altri a prendersela con aiutare a guarire Cosettino, il single e un omosessuale della casetta. Mesi dopo, Cosettino, il gay, che per settimane aveva defecato schegge di legno era stato curato con grande amore e comprensione nonostante la sua indegna devianza sessuale, convinse gli altri a ubriacarsi e a turno investire con la macchina il coso un rumeno. L’idea gli era venuta guardando il telegiornale dell’ora di pranzo di una tv commerciale fu accolta con entusiasmo, perché la pulizia è importante. Inoltre ciò dimostrava che il gay era finalmente guarito dalle sue perversioni da femminuccia.

La Glenda li adorava tutti, chi più chi meno. Chi più. I suoi preferiti erano il grosso Cosone e il rude Cosaccio. Molto spesso, la sera, gli altri cosi osservavano con invidia Cosone e Cosaccio che, convocati da un fischio di La Glenda, entravano di corsa nella stanza di lei. Ne uscivano, di solito, dopo un paio di ore e dopo parecchi umpft e tsk urlati da La Glenda, felici per la bella partita a briscola.

Quando i suoi due pupilli non erano disponibili La Glenda non usciva mai di casa a notte fonda poiché il e si recava al parco del quartiere, ospitando il Quartiere di operai di ogni etnia e religione esistente, era molto pericoloso. Al parco, La Glenda parlava tra sé ad alta voce, lagnandosi di come fosse buio e del fatto di essere totalmente sola e indifesa nel caso una decina di maghrebini assatanati e superdotati avessero avrebbero certamente voluto abusare di lei.

Era sempre un piacere per lei tornare a casa la notte tremante e dolorante. I 7 6 cosi la aspettavano in pigiama davanti alla sua camera da letto. I 7 6 cosi si toglievano la cuffia da notte che erano soliti portare. La Glenda li baciava a uno a uno sulla testa. Buona notte cari.


NARRAZIONI

LA GLENDA E I 7 COSI

Abitavano tutti in una piccola casetta. La casetta si trovava fuori città in un quartiere per operai. Operai di ogni etnia e religione esistente. “Tutti”, attualmente, consisteva in: La Glenda e 7 cosi. Coso, Cosone, Cosetto, Cosaccio, Cosino, Cosettino e l’ultimo arrivato Koso. Koso era un coso alla pari rumeno. Aveva preso il posto di Cosu, il sardo, che era andato in Romania a imparare la lingua locale e il lavoro di stupratore. Stavano stretti, è vero. Ma bisogna dire che se la spassavano alla grande.

La Glenda era una disegnatrice. Era la migliore sulla piazza e la più richiesta. Specializzata nel disegnare le bande nere che coprivano le oscenità nei giornali soft porno.Per il resto divideva il suo tempo tra la casetta e la chiesa dove si divertiva a vomitare nei confessionali e a squirtare sulle ostie. Un modo per consacrarle diceva lei.Non mancava però mai di andare alla messa di natale.

Per quanto riguarda i cosi, tre lavoravano in un fast food, tre in un videonoleggio e uno era disoccupato. Inoltre tre erano seriamente fidanzati, tre avevano una ragazza e uno era single. Ma non lo stesso che era disoccupato.

La Glenda li adorava tutti, chi più chi meno. E loro adoravano lei, chi più chi meno. Anche tra di loro, i cosi, andavano d’accordo. Tranne rare eccezioni. Una di queste fu causata da un’iniziativa di Koso. I rumeni, come tutti i popoli arretrati, sono molto religiosi. Koso aveva letto sul giornale una dichiarazione del papa in relazione agli omosessuali e voleva ergersi a paladino della fede. Convinse, quindi, gli altri a prendersela con Cosettino, il single e omosessuale della casetta. Mesi dopo, Cosettino, che per settimane aveva defecato schegge di legno, convinse gli altri a ubriacarsi e a turno investire con la macchina il coso rumeno. L’idea gli era venuta guardando il telegiornale dell’ora di pranzo di una tv commerciale.

La Glenda li adorava tutti, chi più chi meno. Chi più. I suoi preferiti erano il grosso Cosone e il rude Cosaccio. Molto spesso, la sera, gli altri cosi osservavano con invidia Cosone e Cosaccio che, convocati da un fischio di La Glenda, entravano di corsa nella stanza di lei. Ne uscivano, di solito, dopo un paio di ore e dopo parecchi umpft e tsk urlati da La Glenda.

Quando i suoi due pupilli non erano disponibili La Glenda usciva di casa a notte fonda e si recava al parco del quartiere. Quartiere di operai di ogni etnia e religione esistente. Al parco, La Glenda parlava tra sé ad alta voce, lagnandosi di come fosse buio e del fatto di essere totalmente sola e indifesa nel caso una decina di maghrebini assatanati e superdotati avessero voluto abusare di lei.

Era sempre un piacere per lei tornare a casa la notte tremante e dolorante. I 7 cosi la aspettavano in pigiama davanti alla sua camera da letto. I 7 cosi si toglievano la cuffia da notte che erano soliti portare. La Glenda li baciava a uno a uno sulla testa. Buona notte cari.

Prossimamente nuove avventure…forse.

L’ANGOLO DELLE VIGNETTE






Ringrazio l'amica Gea per le vignette, sperando siano le prime di una lunga serie e vi invito a visitare il suo splendido "LA FAVOLA BLU"!